MATTEI "CUM LAUDE": IL COLLAUDO ELEMENTO DISTINTIVO DI QUALITÀ

Un ruolo attivo per garantire prodotti affidabili e verificati uno per uno

La parola “collaudo” deriva dal latino “cum laude” con lode, cioè eseguito ad opera d’arte. Un mandato che in Mattei si prende alla lettera.

Sala collaudoEttore D’Aliesio, ingegnere meccanico, è Operation Quality Manager dell’azienda. Il focus della sua responsabilità è il controllo qualità dei prodotti: l’obiettivo finale è che i prodotti Mattei arrivino ai clienti verificati e perfettamente conformi alle specifiche indicate nelle schede tecniche.

Si tratta di un reparto di produzione – ci spiega – dotato di diversi banchi di collaudo, gestiti da operatori esperti. La presenza di più banchi di collaudo consente di eseguire operazioni in parallelo, migliorando l’efficienza dell’accurata fase di controllo”.

Il processo di collaudo avviene in diverse fasi: “In primo luogo si effettua la calibrazione dei sistemi di regolazione, cui fa seguito un ciclo di rodaggio e pulizia. Quindi si eseguono verifiche funzionali e di prestazione, anche relative alla quantità di energia assorbita per confermare che sia quella dichiarata. Infine, ci si assicura che le macchine in uscita siano complete di accessori e documentazione”.

In Mattei non si eseguono collaudi a campione: ogni prodotto viene collaudato prima di essere consegnato al cliente. “Anche per questo sosteniamo che è un reparto produttivo: il collaudo è parte integrante infatti della realizzazione della macchina. La durata di questa fase varia in base alla “taglia” della macchina da collaudare e include un ciclo di rodaggio e pulizia che può arrivare anche a diverse ore. Grazie alla presenza di più banchi in parallelo per ciascuna taglia, è possibile processare interamente la produzione giornaliera pianificata”.

Il processo di collaudo non ha solo l’obiettivo di validare i prodotti, ma anche di raccogliere dati durante le verifiche e mantenere un contatto costante e continuo con produzione e progettazione: “Il nostro è un ruolo attivo, che ha l’obiettivo di incrementare la percentuale di “first pass yield”, di macchine cioè che superano il collaudo immediatamente. Per fare questo, occorre essere scrupolosi nelle operazioni ed annotare ogni singolo dettaglio che possa evitare errori nell’assemblaggio o che, in generale, possa portare ad un miglioramento dei processi produttivi precedenti”.

Inoltre, il reparto collaudo è sottoposto a due tensioni centrifughe: da un lato la necessità di effettuare i cicli previsti, dall’altra l’urgenza di rispettare le scadenze e consegnare il prodotto al cliente in perfette condizioni, rispettando gli standard richiesti e rispondendo ai KPI aziendali.

Per questo ai collaudatori sono richieste competenze ampie e una consolidata esperienza. “Il personale addetto al collaudo ha già lavorato in altri reparti produttivi e ha maturato un’esperienza che consente non solo di rilevare eventuali problemi, ma anche di capire come risolverli e cosa comunicare per evitare che si ripetano. In caso di inserimento di nuove risorse è previsto un training accurato e completo”.

A contare è anche una consapevolezza preziosa: “Fare bene il proprio lavoro non basta. La collaborazione ed il lavoro di squadra, anche fra reparti, sono la chiave per crescere, imparare dagli errori e mettere a sistema strumenti per evitarli, migliorando così costantemente i prodotti” conclude D’Aliesio.

Vane Magazine 19, febbraio 2022

 

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